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L’utilizzo di elettrostimolatori muscolari è diventato, negli ultimi anni, una pratica molto comune, sia nel campo dello sport agonistico e amatoriale sia in campo estetico. Questi apparecchi, provocando contrazioni fisiologiche ai muscoli e quindi consentono di acquistare tono, forza e resistenza e facilitano un certo smaltimento di grasso, localizzato in corrispondenza dei muscoli trattati.
Si parla di contrazioni fisiologiche perché il processo che sottende il lavoro del muscolo sottoposto all’elettrostimolatore è del tutto naturale, sebbene non sia il cervello a ordinare il movimento, ma gli impulsi dati dalla corrente.
Risulta essere importante sottolineare la differenza che c’è tra far muovere un muscolo passivamente e la contrazione fisiologica. Nel primo caso si ottiene l’effetto di un massaggio, che dunque non rende più forte o resistente la fibra muscolare. Nel secondo caso, invece, si ha un effetto alienante del muscolo perché si riproduce la contrazione naturale che questo avrebbe con un esercizio fisico. Pur essendo un metodo efficace, l’elettrostimolazione non può comunque sostituirsi a una pratica di allenamento attivo, perché non è in grado di potenziare il coordinamento muscolare e di salvaguardare la salute delle articolazioni.
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Tuttavia gli spot pubblicitari fanno credere che l’uso di elettrostimolatori sia molto semplice e che i risultati siano visibili in breve tempo e raggiungibili quasi senza alcuno sforzo. In realtà, le cose non sono così semplici. Inoltre, i risultati possono non arrivare perché si usa un’apparecchiatura non in grado di fornire le dovute prestazioni, sul mercato ce ne sono di economiche ma decisamente poco efficaci, oppure si utilizza un’apparecchiatura adatta ma i programmi non sono idonei a ottenere lo scopo desiderato. Una terza possibilità è data dall’uso di un’apparecchiatura e programmi giusti ma con elettrodi non posizionati in modo corretto.
Non è consigliato il fai da te
Gli elettrostimolatori possono essere utilizzati sia per migliorare la qualità dei muscoli sia come prevenzione o riabilitazione di infortuni. Infatti il loro uso previene o ritarda l’atrofia dei muscoli, rilassa gli spasmi muscolari, rieduca i muscoli al movimento, aumenta la circolazione sanguigna, defatica i muscoli, incrementa le capacità muscolari (volume, forza e resistenza), drena i liquidi. Qualunque sia la finalità, è però vivamente sconsigliato l’utilizzo dell’apparecchio senza aver prima consultato uno specialista (fisiatra, medico dello sport, personal trainer o preparatore atletico) che possa dare indicazioni precise: sui muscoli da trattare e quindi sui programmi più adatti e sulle modalità d’uso. Il “fai da te” in questo settore può non portare alcun risultato, anzi, può anche essere molto pericoloso. Si consiglia, infine, una visita medica preventiva per escludere la presenza di controindicazioni all’uso di elettrostimolatori.
I benefici degli elettrostimolatori
In campo estetico l’uso degli elettrostimolatori è una pratica abbastanza recente. Gli effetti sul dimagrimento e sulla eliminazione della cellulite non sono ancora del tutto provati ma è innegabile che, se usata con specifici programmi e associata a una leggero sport e a un’attenta alimentazione, l’elettrostimolazione può migliorare l’aspetto in termini estetici. Infatti, poichè l’uso degli elettrodi provoca una migliore microcircolazione sanguigna e un miglior drenaggio linfatico, questi risultati sono simili a quelli ottenuti facendo aerobica. Un aumento del tono del muscolo, tramite la sollecitazione elettrica, determina un miglioramento del metabolismo basale, dunque un consumo di calorie maggiore rispetto a quello di un muscolo meno tonico.
Il dimagrimento può dunque essere considerato un effetto secondario di tale esercizio. Risulta essere comunque una perdita di peso localizzata alla zona in cui è stata praticata la stimolazione poiché il muscolo, per recuperare, sottrae energia dal grasso del tessuto sottocutaneo con cui è a contatto. In questo modo l’elettrostimolatore è senza dubbio utile a chi vuole modellare il proprio corpo perché consente di scegliere le zone da stimolare agendo focalmente su determinati gruppi muscolari.
Come posizionare gli elettrodi dell’elettrostimolatore
La posizione degli elettrodi è fondamentale non solo per ottenere buoni risultati, ma anche per una questione di sicurezza. Di estrema importanza è anche l’adesività dell’elettrodo alla cute. Infatti se l’elettrodo non appoggia perfettamente sulla pelle, l’aria o i peli si interpongono creando un isolamento al passaggio di corrente. Questa si concentrerà quindi sulla parte a contatto causando fastidiose sensazioni di puntura, che spariranno appena l’elettrodo verrà correttamente isolato. Per favorire una perfetta connessione con la pelle è consigliabile l’uso di un gel {o uno spray) di conduzione.
L’ideale sarebbe anche depilare la zona interessata o altrimenti accertarsi che il gel si sia ben distribuito sulla pelle sotto i peli. Altro inconveniente potrebbe essere costituito dagli angoli dell’elettrodo, che tendono a sollevarsi. Per questo è sufficiente usare dei cerotti che racchiudano bene i bordi o delle fasce elasticizzate.
Risulta essere assolutamente sconsigliato perché pericoloso, posizionare gli elettrodi dell’elettrostimolatore in modo che l’onda attraversi da parte a parte l’area del cuore oppure qualsiasi altro organo o muscolo; ed ancora posizionarli sui genitali o sui seni carotidei.
Gli elettrodi vanno collegati in precisi punti del muscolo da trattare. L’elettrodo positivo va attaccato in prossimità della placca motrice. L’elettrodo negativo va invece posto nell’estremità opposta del muscolo.
Programmi degli elettrostimolatori
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Per ottenere risultati efficaci bisogna conoscere i programmi che gli elettrostimolatori presenti sul mercato offrono.
FORZA ESPLOSIVA. I parametri sono selezionati al fine di ottenere un incremento della forza veloce, la cosiddetta “esplosività”. Per fare ciò si utilizzano tempi di contrazione massimi alternati a lunghi periodi di riposo. Questo programma è consigliabile solo agli atleti e sotto stretto controllo di un esperto perché, se mal utilizzato, può provocare danni ai muscoli.
FORZA RESISTENTE. Lo scopo è ottenere il miglioramento della resistenza allo sforzo. È possibile con tempi di contrazione relativamente lunghi e tempi di riposo relativamente brevi. Questo metodo aumenta la tolleranza dei muscoli alla produzione di acido lattico. E’ ottimo per gli sport di durata.
RESISTENZA AEROBICA. Questo tipo di stimolazione è quasi permanente, perchè il breve intervallo di riposo tra le contrazioni permette solo una semplice irrorazione sanguigna alle fibre e non un vero recupero. In questo modo si impone uno sforzo minimo ma di lunga durata, che migliora il metabolismo aerobico e aumenta la resistenza all’affaticamento.
DEFATICAMENTO. Dopo una seduta pesante di allenamento i muscoli sono spesso contratti e possono provocare anche dolore, per cui il recupero muscolare assilla molto gli atleti e i personal trainer. Con questo programma si migliora il flusso sanguigno e l’ossigenazione muscolare, riducendo la comparsa di indolenzimenti e contratture.
CAPILLARIZZAZIONE. Usando frequenze di stimolazione molto basse si può ottenere un aumento della rete di capillari nelle fibre, soprattutto attorno alle fibre bianche. Questo permette un aumento del flusso sanguigno e una diminuzione nella produzione di acido lattico.
Utili in ogni sport
L’uso di elettrostimolatori è utile in tutti gli sport. Ad esempio per rimettere in sesto in fretta un atleta che si è infortunato o come complemento dell’allenamento stesso. La scelta dei programma dipende dalla disciplina sportiva che si pratica e dalla finalità che si intende raggiungere (defaticare un muscolo, aumentare la forza o la resistenza). Il tempo delle sedute va dai 20 minuti a qualche ora al giorno, ovviamente in relazione alla situazione e all’obiettivo da raggiungere. Anche il numero delle sedute varia a seconda dei precedenti parametri ma si calcola sia necessario stimolare almeno tre volte alla settimana per 3-6 settimane.
L’allenamento volontario può essere integrato con gli elettrostimolatori. Se si allena la forza di un muscolo, è consigliabile iniziare con l’allenamento volontario perché altrimenti, procedendo cioè prima con l’elettrostimolazione, l’allenamento volontario si svolgerebbe su muscoli già stanchi. Se si allena la forza resistente, invece, è meglio il contrario, perché l’elettrostimolazione procura un preaffaticamento muscolare senza affaticare il sistema cardiovascolare (cuore e circolazione del sangue).
Tipi di fibre muscolari
Le fibre muscolari non sono tutte uguali ma si possono dividere in tre gruppi:
Fibre veloci di tipo A sono le fibre bianche, in grado di esercitare contrazioni rapide con un discreto sviluppo di forza ma capaci anche di una relativa resistenza alla fatica.
Fibre esplosive di tipo B sono sempre fibre bianche, capaci di contrazioni assai rapide con elevato sviluppo di di forza ma facilmente affaticabili, quindi incapaci di mantenere l’attività nel tempo.
Fibre lente sono le fibre rosse, molto resistenti alla fatica. Il motoneurone che le innerva è a bassa velocità di conduzione.
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che per stimolare le diverse fibre muscolari occorrono frequenze specifiche
40/50 Hz per la bianche di tipo A
75/100 Hz per le bianche di tipo B
25/35 Hz per le fibre rosse
La percentuale di fibre bianche e rosse varia da muscolo a muscolo, quello del polpaccio, per esempio, è composto da un 80 per cento di fibre rosse, e varia anche da persona a persola in base anche alle caratteristiche genetiche.
Questa classificazione consente di personalizzare e gestire al meglio i programmi offerti dai vari apparecchi.
Inoltre, ogni disciplina sportiva richiede un utilizzo diverso di fibre muscolari, la maratona, per esempio, richiede un grande utilizzo di fibre lente, 70 per cento, il calcio solo il 40 per cento. Per questo motivo è necessario che l’utilizzo di elettrostimolatori avvenga sotto il controllo di uno specialista, in grado di differenziare il tipo di stimolazione necessaria.
La durata dei programmi
Sono da preferire i programmi con frequenze a carico delle fibre rosse o resistenti, perché hanno un ruolo determinante sul tono muscolare e in campo estetico sono le più produttive.
Dieci sedute, distribuite nell’arco di 3 o 4 settimane, consentono effetti visibili. Se a questo si associano un’attività sportiva e una dieta sana ed equilibrata, si possono ottenere notevoli miglioramenti sulla forma del corpo, sul dispendio di calorie.
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